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“Dritte” per principianti (e non) in esposizioni spiritiche

 

 

 

Per riflettere:

"La miglior forma di uccidere un'idea è rendere la sua divulgazione monotona e noiosa" (Divaldo Franco).

 

FINALITÀ DELLA CASA SPIRITICA:

Divulgazione dottrinaria (Libro dei Medium, Statuto della Società Parigina di Studi  Spiritici, cap. I, art. 1).

 

MEZZI DI DIVULGAZIONE DOTTRINARIA:

Conferenze pubbliche, corsi regolari di studio, articoli, riviste, etc.

 

CHE COS'È LO SPIRITISMO?

Il corpo di una dottrina con basi filosofiche e scientifiche e con applicazioni morali ( etiche).

Non si deve dissociare lo studio dello Spiritismo da questo triplice aspetto:

 

SCIENZA: quando davanti al fenomeno ci si chiede:

-   COME FUNZIONA?

 

 FILOSOFIA: quando ci si chiede:

-   PERCHÉ?

 

RELIGIONE (o morale, o etica): quando la domanda è:

-   PER CHE COSA SERVE? oppure QUALE È L'APPLICAZIONE PRATICA DI QUESTA CONOSCENZA?

 

Arriviamo allora all'obiettivo della conferenza pubblica:

 

Attraverso il contenuto scientifico/filosofico dello Spiritismo, divulgarlo come strumento evolutivo dell'essere umano (operazionalizzazione del Vangelo).

DI COSA SI COMPONE UNA CONFERENZA (O ESPOSIZIONE DOTTRINARIA)?

Di: principio, parte centrale e fine.

 

Sembra ovvio, ma non sempre si ha successo perché è necessario dare logica, chiarezza e senso al tema esposto.

 

TAPPE DI UNA CONFERENZA: 

-  APERTURA,

-  PRESENTAZIONE DEL TEMA,

-  APPROFONDIMENTO DEL TEMA,

-  CONCLUSIONE.

 

ALCUNE NOZIONI BASICHE DI COMUNICAZIONE:

La comunicazione è lo studio dell'arte di comunicare (e l'espressione "arte" sta venendo usata di proposito)

Che cos'è comunicare?

Esporre un'idea o ragionamento ad una persona o ad un gruppo in forma comprensibile per questa persona o gruppo.

Importante:

La comunicazione si realizza solo quando l'altro INTENDE il messaggio. Non basta esporre, è necessario farsi intendere o comprendere.

La prima tappa perché la comunicazione si realizzi è quella di conquistare l'attenzione di coloro con i quali stiamo tentando di comunicare (il pubblico).

 

L'APERTURA: 

L’"Apertura" dell'esposizione dottrinaria serve all'espositore per "conquistare" l'attenzione del pubblico. È una tappa decisiva per il successo dell'esposizione.

Uno dei migliori metodi di riuscire a "catturare" l'attenzione è la narrazione di una storia. Gesù, il Maestro dei maestri, usava questa risorsa pedagogica semplice ed efficiente per trasmettere il suo insegnamento.  La comunicazione moderna usa la stessa risorsa,  per esempio nelle telenovele: attraverso l'intreccio si influenzano comportamenti, si formano opinioni, si vendono prodotti (merchandising), etc.

Un'altra risorsa efficiente è iniziare con una affermazione assurda. Un esempio classico: Dio non esiste (in una intonazione di voce più alta), è ciò che affermano i materialisti (abbassando il tono di voce).

 

LA PRESENTAZIONE DEL TEMA: 

La conferenza spiritica "vende" la filosofia spiritica e cerca di "influenzare" il comportamento attraverso l'invito all'applicazione dei concetti dottrinari alla vita quotidiana delle creature.

In linea generale e riassuntiva, la filosofia spiritica insegna che: se siamo responsabili dei nostri atti, la qualità della nostra vita dipende dalla qualità dei nostri atti.

Questa è l’"idea da vendere" nella presentazione del tema.

 

L'APPROFONDIMENTO DEL TEMA: 

Abbiamo già presentato il "prodotto" e abbiamo già detto quale sia la finalità del nostro compito, che è "vendere" il prodotto.

Cosa è "vendere"? Vendere è influenzare (convincere) una persona ad acquisire qualcosa (sia un bene o un'altra idea), perché essa fu convinta della necessità di possedere l'oggetto della vendita.

Come vendere?

Questo è l'approfondimento del tema.

Avendo la Dottrina Spiritica una base scientifica, essa dimostra e prova la logica della sua argomentazione su "fatti". Questo dà uno strumento di convincimento all'espositore: usando il "come funziona?" per rispondere al "perché?", porta il pubblico a desiderare di acquisirla o usarla.

 

LA CONCLUSIONE

È l'ora della "chiusura della vendita".

La conclusione deve essere sempre morale, ossia, quale è il beneficio che avrò nel modificare il mio modus vivendi e sperimentare un altro modello comportamentale?

La tecnica è la stessa che si usa per convincere una persona a cambiare il suo telefono cellulare con un altro: mostrando i vantaggi dell'investimento nel nuovo prodotto.

Qual è il "vantaggio" dell'applicazione dei concetti dottrinari ( o evangelici) nella vita quotidiana?

La risposta sarà sempre: LA FELICITÀ.

Gesù già insegnava che quando un negoziante di gioielli trova una perla di grande valore, egli non indugia a vendere tutti i suoi gioielli per acquisire quella pietra.

 

Tornando un poco alla PRESENTAZIONE e  all'APPROFONDIMENTO DEL TEMA: 

L'idea basica è "vendere" al pubblico la nozione della sua responsabilità nella costruzione della sua Felicità. Il soggetto è l'"agente causale" del suo stato di dolore o felicità. Cambiando le cause cambiano gli effetti.

 

Tornando alla CONCLUSIONE:

Si dovrà sempre cercare di invitare, attraverso il tema esposto, a una riflessione delle persone sulle cause che originano la loro sofferenza e offrire una proposta comportamentale nuova (buona novella o, in altre parole, l' "operazionalizzazione" degli insegnamenti di Gesù).

Tutti noi, o perlomeno la grande maggioranza di noi... 

 

ABBIAMO:

- Un modello comportamentale già automatizzato dalle nostre vite passate.

 

DESIDERIAMO:

- Vivere meglio, più armonizzati, più equilibrati, con più pace.

 

SAPPIAMO (o abbiamo bisogno di sapere):

- Che molte volte il modello comportamentale già installato (l'uomo vecchio) "gioca contro" le nostre brame superiori.

 

NECESSITIAMO:

- Di una forte motivazione per opporre resistenza alle tendenze che "giocano contro" i nostri desideri superiori.

 

La finalità dell'esposizione dottrinaria è questo costante invito all'approfondimento dello studio delle cause che esistono nella creatura e che stanno causando la sofferenza (autoconoscenza), cercando di dare la motivazione necessaria attraverso l'offerta di nuove proposte (nuova notizia, buona novella), dimostrando con i fatti (supporto scientifico della Dottrina) la qualità del risultato di questo cambio di modello comportamentale.

 

ALCUNI CONCETTI BASICI PER FACILITARE LA COMUNICAZIONE: 

-  Ricordare che la comunicazione si verifica solo quando l'interlocutore "intende" ciò che fu detto.

-  Che il pubblico di una riunione è eterogeneo Per quanto riguarda scolarità e la conoscenza dottrinaria.

-  Pertanto,  si deve usare un linguaggio e Termini dottrinari accessibili a tutti i presenti.

-  Temi polemici o controversi non hanno il loro forum appropriato di discussione in una conferenza pubblica. Devono essere riservati ai corsi ed incontri.

 

Una attenzione speciale ai vizi di linguaggio: No... no; Giusto… giusto; Beh avete capito, no? Sapete?

 

Un'altra attenzione è verso l'atteggiamento consigliere:

L'espositore è un membro della comunità, che prova le stesse difficoltà e ha le stesse brame di felicità del pubblico presente, e non un essere superiore "già risolto, che detta regole ai suoi discepoli".

Il maestro è Gesù, il messaggio è il suo, noialtri siamo soltanto divulgatori.

 

LA QUESTIONE DELLA FORMAZIONE DOTTRINARIA DELL'ESPOSITORE: 

È fondamentale avere un grado elevato di familiarità con le Opere Basiche.

Le opere complementari aiutano, sono importanti per illustrare e approfondire concetti spiegati, però i concetti sono tratti dalle Opere Basiche.

La fedeltà dottrinaria è essenziale. Idee personali o mal assimilate non possono essere trasmesse in una conferenza.

Stiamo divulgando una dottrina che non è nostra, è degli Spiriti Superiori diretti dal Cristo, pertanto le nostre opinioni personali non possono "contaminare" l'esposizione.

I casi personali devono essere evitati. Se si ha bisogno di usarli, usa un soggetto indefinito. Es.: Ho un amico che...”.

 

DI FONDAMENTALE IMPORTANZA: 

RICORDARE SEMPRE e CONFIDARE nella sostentazione spirituale del lavoro.

OGNI espositore, senza eccezioni, è sostentato dall'equipe spirituale dell'istituzione responsabile nel compito di esposizione dottrinaria. È un lavoro di equipe, ed essendo così, come per ogni lavoro di equipe,  si deve stare "legati", "sintonizzati" con  l'equipe spirituale che va ad "ispirare" l'espositore.

OGNI espositore è "medium ispirato e di intuito".

Libro dei Medium, cap. XV, item 180 e 182: "medium di intuito" - trae le "risorse" dal suo stesso Spirito; "medium ispirato": riceve con il pensiero idee esterne.

 

LA NECESSITÀ DELLO STUDIO E DEL PERFEZIONAMENTO COSTANTI:

In forza della Medianità di Intuizione, quante più "risorse" lo Spirito dell’espositore possiede, più egli potrà essere aiutato da queste stesse risorse.

In forza della Medianità di Ispirazione, quante più "risorse" lo Spirito possiede, più facilmente la Direzione Spirituale del lavoro potrà ispirarlo (Gesù già insegnava che a colui che ha già, più gli sarà dato, e a colui che non ha, perfino quello che egli pensa di avere gli sarà tolto).

Alcuni esempi di quanto esposto sopra: è comune che l'espositore abbia un piano già definito di ciò che dirà e durante l'esposizione alterare questo piano in forma quasi incosciente ( ispirazione) o, allora, si "ricorda improvvisamente" in mezzo alla conferenza di un fatto o insegnamento che egli neppure cogitava di usare (intuizione).

Marlio Lamha

 

ULTERIORI CONSIGLI PER PRINCIPIANTI DI CONFERENZE SPIRITICHE

 

Hai il terrore di parlare in pubblico? 

Se la risposta è sì, sappi che sei in compagnia della quasi totalità dell'umanità; abbiamo consigli pratici per superare questo duro ostacolo al successo ed unirsi alla minoranza che brilla.

Parlare in pubblico è uno degli attributi più importanti per qualcuno. 

 

Calma. Non ti stiamo mettendo con un microfono davanti a 100.000 persone in uno stadio di calcio. Stiamo parlando di cose meno spettacolari, come, per esempio, discorrere per 6 persone in una riunione e, davanti a questa piccola platea, vendere un'idea o entrare in una discussione.

Parlare in pubblico è quasi sempre così. Così semplice e, allo stesso tempo, così complicato. Anche per riunioni piccole, ispira paura, alle volte perfino terrore. Questa paura è uno dei mali più comuni per un principiante. Se la difficoltà di parlare in pubblico non sarà contornata dall'inizio da tutte le sue tecniche e indicazioni, dopo diventa più difficile.

Una ricerca realizzata su 10.000 australiani mostra che un terzo degli intervistati preferisce la morte che parlare in pubblico. Puoi non essere arrivato a questo punto, il che è ben ragionevole, ma tenta di ricordare quante volte hai voluto sparire quando hai saputo che avresti dovuto fare una presentazione. O sei stato zitto in una riunione, con la paura di esprimere la tua opinione.

Nel libro "La facile arte di parlare in pubblico", Jack Valenti dice che a rispetto di ciò ci sono due notizie:

- La cattiva notizia:

Vincere questa paura è fondamentale perché tu possa avere probabilità di successo.

- La buona notizia:

È possibile dominare questa paura e perfino farla lavorare a tuo favore.

Da lì concludiamo che:

"Non esiste nulla di realmente speciale nel parlare in pubblico".

"Non è un dono genetico ereditato, ma una conferenza spiritica ha ispirazione divina".

"È un ufficio che si apprende".

Valenti è un oratore molto richiesto. Egli fu redattore dei discorsi del presidente americano Lyndon Johnson ed è, dal 1966, portavoce dell'Industria di distribuzione e produzione di film negli Stati Uniti.

 

INFORMATI SUI SETTE PASSI CHE TI AIUTERANNO A VINCERE QUESTO OSTACOLO.

 

1) Sappi ciò che dirai: 

La prima cosa che devi avere in mente quando parli in pubblico è: sapere ciò che andrai a dire. Leggi, ricerca, interessati, domina l'assunto.

 

2) È necessario avere intimità con l'assunto: 

Una buona storia può essere molto più efficiente per trasmettere il tuo messaggio. Sappine il massimo che puoi. È importante che eccedano informazioni.

 

3) Voce, linguaggio corporale e contenuto: 

Uno studio realizzato dall'Università della California mostra che soltanto il 7% dell'impatto provocato nel pubblico viene dalla parte verbale della presentazione. I maggiori impatti vengono dalla voce (38%) e dal linguaggio corporale ( 55%). Il che non vuole dire che non si debba dare la massima attenzione al contenuto, che è la ragione di essere di qualsiasi presentazione.

 

4) Però non fare di esso una fonte inesauribile di ansietà: 

Concentrati in ciò che vuoi che resti nella testa delle persone. Un altro dato per aiutare a diminuire la tua paura: quando dimentichiamo una parola, il bianco che sembra durare una eternità dura appena alcuni secondi per chi ci ascolta.

 

5) Non essere arrogante: 

Ricordati anche che difficilmente sarai interrogato per parlare di qualcosa di cui non te ne intendi. Ma non essere arrogante e non sottostimare l'intelligenza di chi ti sta ascoltando. Sarebbe un grande errore.

 

6) Conosci il terreno su cui  vai a camminare: 

Non fare mai una presentazione senza conoscere alcune informazioni basiche: per chi parlerai, che cosa questo pubblico vuole udire, quanto tempo avrai, se tu sarai l'unico oratore, quale è l'ordine delle presentazioni, se ci sarà un momento per domande e risposte, etc.

Preparati per ogni tipo di domanda. È inevitabile che il pubblico sollevi questioni meno indagate nella tua presentazione. Se realmente domini l'assunto, hai modo di prevedere molti dubbi e possibili obiezioni, e se ci sarà un momento di imbarazzo non disperare. Valuta la situazione.

Vedi se è possibile confessare che non sai cosa rispondere (questa può non essere una buona uscita), o allora usa altri artifici. Restituisci la domanda alla platea, qualcuno può sapere la risposta. O dai riferimenti sull'assunto, anche se non conosci la risposta esatta.

 

7) Sii breve:

È molto difficile fare un cattivo discorso di un discorso piccolo. Sii breve. Non stancare il tuo pubblico. Esso diventerà inquieto, comincerà a conversare e tu diventerai insicuro. Esci sempre all'auge della festa. Ovunque tu sia, devi cessare di parlare quando i tuoi ascoltatori sperano e desiderano che tu continui.

La durata deve variare in base all'orario della casa spiritica. C'è ancora un motivo perché tu non faccia presentazioni interminabili: nessuno riterrà tutto ciò che andrai a dire. In una ora di conferenza, solo il 50% sarà realmente udito. Pertanto, metà di ciò che andrai a dire non sarà compreso. La concisione è una grande virtù in una presentazione.

Laura Somoggi

 

Apprendi a relazionarti con il pubblico:

Togliti dalla testa l'idea che il pubblico è là per criticarti. Esso è là perché vuole o perché ha bisogno di ascoltarti.

 

Quasi tutti i conferenzieri danno un suggerimento... Guardare verso il pubblico:

Scegli alcune persone e focalizza il tuo sguardo in esse. Tenta di creare una certa intimità.

 

Adegua il linguaggio al tuo pubblico:

Non sempre parlare per un grande pubblico è peggio che farlo per poche persone. Quando parli per poca gente, le reazioni sono più visibili.

Rilassati anche in relazione al comportamento di chi ti sta a sentire. Il fatto che qualcuno sbadigli può significare soltanto che egli (o ella) passò la notte ad addormentare il figlio.

 

E se il pubblico sarà ostile? 

La migliore forma di rapportarsi ad esso è attenuare le domande aggressive. Continua ad essere simpatico. Non rispondere sopra la domanda, ringrazia, respira a fondo, prenditi alcuni secondi.

 

Sii te stesso:

Crea il tuo stile. Non fare battute se non sei naturalmente divertente.

 

Una delle peggiori sensazioni del mondo è il silenzio che è nell'aria dopo che si è fatta una battuta.

Non camminare per il palco, ovunque tu sia, se ciò non è confortevole per te. Ci sono altri punti importanti per conquistare il pubblico. Sorridere è uno di essi. Anche essere umile e non essere eccessivamente preoccupato per ciò che gli altri stanno pensando può garantire una certa tranquillità.

 

Allenati, allenati, allenati e allenati:

Adesso, soltanto la pratica ti darà più sicurezza. Il più efficace antidoto alla paura del palco è una preparazione totale. Concentrati un po' di più all'inizio della presentazione. È la fase di maggior nervosismo e il momento fondamentale per creare empatia con il pubblico. Sappi molto bene come andrai a cominciare e respira a fondo.

 

Va avanti, anche con un gelo alla pancia:

Pure l'inesperienza genera insicurezza. E la miglior forma di superarla è affrontare le situazioni che appaiono. Chi era solito fare domande in classe e presentare i lavori di gruppo al tempo della scuola probabilmente non è tanto intimidito al momento di esporsi. Non rifiutare inviti, non fuggire alle riunioni e neppure tenta di rinviare qualche presentazione. Sii persistente.

Anche con tutto l'addestramento del mondo, è bene sapere che mani sudate e un po' di ansietà sono comuni, e praticamente inevitabili, nei minuti che precedono una presentazione. Questi sintomi accompagnano gli oratori più abili e perfino attori di grande successo.

È necessario apprendere a convivere con ciò.

Laura Somoggi

 

ADDENDA: in alternativa  ad una affermazione spiazzante, si può iniziare con una domanda che abbia a che fare con il tema, e la cui risposta venga data solo alla fine. La domanda da rivolgere al pubblico dovrà essere a risposta sì/no o per mani alzate (es. “Chi di voi ha già letto  questo libro?”). Un'altra alternativa è sollevare un problema, la cui soluzione è suggerita alla fine. Anche questi sono buoni modi per rompere il ghiaccio, dopo avere salutato i presenti e averli ringraziati per essere venuti. Inoltre ci si può allenare parlando davanti ad uno specchio, oppure filmandosi per poi vedersi.

 

BUONA FORTUNA A TUTTI!

 

SORRIDETE, GESÙ CI AMA!

 

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