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Adolfo Bezerra de Menezes

 

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Adolfo Bezerra de Menezes nacque nell’antica Freguesia do Riacho do Sangue (oggi Jaguaretama), nello Stato del Ceará, il 29 agosto 1831, e disincarnò a Rio de Janeiro, l’11 aprile 1900. Nel 1838 entrò nella scuola pubblica di Vila do Frade, ove, in soltanto dieci mesi, si abilitò nel limite delle conoscenze che gli fu trasmesso dal professore che dirigeva la prima fase della sua educazione. Molto presto rivelò la sua folgorante intelligenza, dato che a 11 anni iniziava il corso di Umanità e, a 13 anni, conosceva così bene il latino che lui stesso lo trasmetteva ai suoi compagni, sostituendo il professore della classe nei suoi impedimenti.

 

Suo padre, il capitano delle antiche milizie e tenente colonnello della Guardia Nazionale, Antônio Bezerra de Menezes, uomo severo, di onestà a tutta prova e di illibato carattere, aveva beni di fortuna in una fazenda di allevamento. La politica e il suo buon cuore, gli fecero dare abbuoni di favore a parenti e amici che lo cercavano per sfruttarne i sentimenti di carità, compromettendo la sua fortuna. Percependo, tuttavia, che i suoi debiti uguagliavano i suoi averi, cercò i creditori e propose loro di consegnare tutto ciò che possedeva, il che era sufficiente per estinguere il debito. I creditori, tutti suoi amici, rifiutarono la proposta, dicendogli che pagasse come e quando potesse. Il vecchio onorato insistette. Tuttavia, non riuscì a smuovere i creditori su questa risoluzione, per questo deliberò di divenire mero amministratore di ciò che era la sua fortuna, non sottraendo da essa nulla tranne ciò che fosse strettamente necessario per il mantenimento della sua famiglia, che così passò dall’abbondanza alle privazioni.

 

Animato dal fermo proposito di orientarsi secondo il carattere integro di suo padre, Bezerra de Menezes, con una scarsa somma di denaro che i suoi parenti gli diedero e animato dal proposito di sovrapporsi a tutti gli ostacoli, partì per Rio de Janeiro, al fine di seguire la carriera che la sua vocazione gli ispirava: la Medicina.

 

Nel novembre del 1852, entrò come praticante interno nell’Hospital da Santa Casa de Misericórdia. Si addottorò nel 1856 nella Facoltà di Medicina di Rio de Janeiro, difendendo la tesi “Diagnóstico do Cancro” (trad. “Diagnosi del Cancro”). A quel tempo, abbandonò l’ultimo patronimico, passando a firmare solamente Adolfo Bezerra de Menezes. Il 27 aprile 1857, si candidò al quadro dei membri titolari dell’Academia Imperial de Medicina, con la memoria “Algumas Considerações sobre o Cancro encarado pelo lado do Tratamento” (trad. “Alcune Considerazioni sul Cancro affrontato dalla prospettiva del Trattamento”). L’opinione fu letta dal relatore designato, l’Accademico José Pereira Rego, l’11 maggio 1857, essendosi effettuata l’elezione il 18 maggio dello stesso anno e l’investitura l’1 giugno. Nel 1858 si candidò a un posto vacante di docente sostituto della Sezione di Chirurgia della Facoltà di Medicina. Per intercessione del maestro Manoel Feliciano Pereira de Carvalho, allora Chirurgo-Dirigente dell’Esercito, Bezerra de Menezes fu nominato suo assistente, nel posto di Chirurgo-Tenente. Eletto consigliere municipale dal Partito Liberale, nel 1861, la sua elezione fu impugnata dal leader conservatore Haddock Lobo, allegando di trattarsi di un medico militare. Con l’obiettivo di servire il suo partito, che necessitava di lui per avere la maggioranza nella Camera, decise di allontanarsi dall’Esercito. Nel 1867, fu eletto Deputato Generale, essendo ancora figurato in una lista triplice per una carriera nel Senato. Quando fu politico, si alzarono contro di lui, come suole succedere a tutti i politici onesti, rudi campagne di ingiuria, ricoprendo il suo nome di improperi. Tuttavia, diede prova della purezza della sua anima, quando deliberò di abbandonare la vita pubblica e si dedicò ai poveri, ripartendo con i bisognosi il poco che possedeva. Correva sempre alla baracca del povero ove ci fosse un male da combattere, portando all’afflitto il conforto della sua parola di bontà, il soccorso della sua professione di medico e l’aiuto della sua borsa magra e generosa. Allontanatosi interinalmente dall’attività politica, si dedicò a intraprendimenti imprenditoriali. Fondò la Companhia Estrada de Ferro Macaé/Campos, nell’allora provincia di Rio de Janeiro. Posteriormente, si impegnò nella costruzione della Via Férrea di Sant’Antonio da Padova, pretendendo di portarla fino a Rio Doce, desiderio che non riuscì a realizzare. Fu uno dei direttori della Companhia Arquitetônica e, nel 1872, aprì il Boulevard 28 de Setembro, nell’allora quartiere di Vila Isabel. Nel 1875, fu presidente della Companhia Carril de São Cristóvão. Tornando alla politica, fu eletto assessore nel 1876, esercitando il mandato fino al 1880. Fu ancora presidente della Camera e Deputato Generale della Provincia di Rio de Janeiro, nel 1880.

 

Il Dr. Carlos Travassos aveva intrapreso la prima traduzione delle opere di Allan Kardec e aveva portato a buon termine la versione portoghese de “Il Libro degli Spiriti”. Appena questo libro uscì dalla macchina da stampa ne portò un esemplare al deputato Bezerra de Menezes, consegnandoglielo con una dedica. L’episodio fu descritto nel modo seguente dal futuro Medico dei Poveri: “Me lo diede in città e io abitavo nella Tijuca, a un’ora di viaggio in tram. Imbarcai con il libro e, siccome non avevo distrazioni per il lungo viaggio, dissi a me stesso: ora, salute! Non devo andare all’inferno se leggo ciò… Dopo, è ridicolo confessarmi ignorante in questa filosofia, quando ho studiato tutte le scuole filosofiche. Pensando così, aprii il libro e mi presi ad esso, come era accaduto con la Bibbia. Leggevo. Ma non trovavo nulla che fosse nuovo per il mio Spirito. Tuttavia, tutto ciò era nuovo per me!… Io avevo già letto o udito tutto quello che si trovava ne “Il Libro degli Spiriti”. Mi preoccupai seriamente per questo fatto meraviglioso e a me stesso dicevo: pare che io ero spiritista incosciente, o, come si dice volgarmente, dalla nascita”.

 

Dimostrata la sua capacità letteraria nel terreno filosofico, vuoi per le repliche, vuoi per gli studi dottrinari, la Commissione di Propaganda dell’União Espírita del Brasile incaricò Bezerra de Menezes di scrivere alla domenica, ne O Paiz (trad. Il Paese), tradizionale organo della stampa brasiliana, diretto da Quintino Bocaiúva, una serie di articoli sotto il titolo O Espiritismo – Estudos Filosóficos (trad. Lo Spiritismo – Studi Filosofici). Gli articoli di Max, pseudonimo di Bezerra de Menezes, marcarono l’epoca d’oro della propaganda spiritica in Brasile. Tali articoli furono pubblicati, ininterrottamente, dal 1886 al 1893. Della bibliografia de Bezerra de Menezes, prima e dopo la sua conversione allo Spiritismo, constano i seguenti lavori: A Escravidão no Brasil e as medidas que convém tomar para extingui-la sem dano para a Nação (trad. La Schiavitù in Brasile e le misure che conviene adottare per estinguerla senza danno per la Nazione); Breves considerações sobre as secas do Norte (trad. Brevi considerazioni sulle secche del Nord); A Casa Assombrada (trad. La Casa Adombrata); A Loucura sob Novo Prisma (trad. La Pazzia sotto un Nuovo Punto di Vista); A Doutrina Espírita como Filosofia Teogônica (trad. La Dottrina Spiritica come Filosofia Teogonica); Casamento e Mortalha (trad. Matrimonio e Lenzuolo funebre); Pérola Negra (trad. Perla  Nera); Lázaro – o Leproso (trad. Lazzaro – il Lebbroso); História de um Sonho (trad. Storia di un Sogno); Evangelho do Futuro (trad. Vangelo del Futuro). Scrisse ancora varie biografie di uomini celebri, come il Visconte dell’Uruguay, il Visconte di Caravelas. Fu uno dei redattori de A Reforma (trad. La Riforma), organo liberale della Corte, e redattore del giornale Sentinela da Liberdade (trad. Sentinella della Libertà).

 

Il 16 agosto 1886, un auditorio di circa duemila persone della migliore società riempiva la sala d’onore della Guarda Velha, nella rua da Guarda Velha, atuale Avenida 13 de Maio, a Rio de Janeiro, per udire in silenzio, emozionato, attonito, la parola saggia dell’eminente politico, dell’eminente medico, dell’eminente cittadino, dell’eminente cattolico, Dr. Bezerra de Menezes, che proclamava la sua decisa conversione allo Spiritismo. Bezerra de Menezes teneva l’incarico di medico come vero sacerdozio. Per questo, diceva: Un medico non ha il diritto di terminare un pasto, né di scegliere l’ora, né di chiedere se è lontano o vicino, quando un afflitto qualsiasi gli batte alla porta. Colui che non accudisce perché ha delle visite, perché ha lavorato molto e si sente affaticato, o perché è alta notte, difficile il percorso o il tempo, resta lontano o nella favela o che, soprattutto, chiede una carrozza a chi non ha di che pagare la ricetta, o dice a chi piange alla porta che ne cerchi un altro, questi non è un medico, è un negoziante di medicina, che lavora per raccogliere un capitale e gli interessi delle spese della laurea. Questi è un infelice, che manda ad un altro l’angelo della carità che gli venne a fare una visita e gli portava l’unica mancia che poteva saziare la sete di ricchezza del suo Spirito, l’unica che giammai si era persa nei va e vieni della vita.

 

Nel 1883, regnava un ambiente francamente dispersivo in seno allo Spiritismo in Brasile, e coloro che dirigevano i nuclei spiritici di Rio de Janeiro sentivano la necessità di una unione più stretta e indistruttibile. I Centri Spiritici, ove si ministrava la Dottrina, lavoravano in maniera autonoma. Ciascuno di essi esercitava la sua attività in un determinato settore, noncurante di conoscere le attività degli altri. Questo stato di cose li portò alla fondazione della Federação Espírita Brasileira (FEB). A quell’epoca, esistevano già molte società spiritiche, però le uniche che mantenevano l’egemonia erano quattro: l’Acadêmica; la Fraternidade; la União Espírita do Brasil e la Federação Espírita Brasileira. Tuttavia, presto sorsero tra di esse rivalità e discordie.

 

Sotto gli auspici di Bezerra de Menezes, e adottando importanti istruzioni, date da Allan Kardec, attraverso il medium Frederico Júnior, fu fondato il famoso Centro Spiritico. Tuttavia, non per questo tralasciava Bezerra di dare la sua cooperazione a tutte le altre istituzioni. L’entusiasmo degli spiritisti subito si raffreddò, e il vecchio cearense si vide abbandonato dai suoi compagni, arrivando ad essere l’unico frequentatore del Centro. La scissione era profonda tra quelli chiamati “mistici” e “scientifici”, ossia, spiritisti che accettavano lo Spiritismo nel suo aspetto religioso, e quelli che lo accettavano semplicemente dal lato scientifico e filosofico.

 

Nel 1893, la convulsione provocata in Brasile per la Rivolta dell’Armata, occasionò la chiusura di tutte le società, spiritiche o no. Nel Natale dello stesso anno Bezerra chiuse la serie di “Estudos Filosóficos” che andava pubblicando ne “O Paiz”. Nel 1894, l’ambiente dimostrò tendenze di miglioramento e il nome di Bezerra fu ricordato come l’unico capace di unificare la famiglia spiritica. L’infaticabile battagliero, a 63 anni, assunse la presidenza della Federação Espírita Brasileira. Iniziava l’anno 1900, e Bezerra de Menezes fu colpito da un violento attacco di congestione cerebrale, che lo costrinse al letto, da dove non si sarebbe più alzato. Un vero romitaggio di visitanti accorreva a casa sua. Ora il ricco, ora il povero, ora l’opulento, ora colui che nulla possedeva. Nessuno ignorava la lotta tremenda in cui si dibatteva la famiglia del grande apostolo dello Spiritismo. Tutti conoscevano le sue difficoltà economiche, ma nessuno avrebbe avuto il coraggio di offrire fosse quel che fosse in maniera diretta. Per questo, i visitanti depositavano le loro donazioni, delicatamente, sotto la sua federa. Nel giorno seguente, la persona che andò a cambiargli i guanciali, si sorprese per il vedere lì dai centesimi del povero alla banconota di duecentomila reis del benestante!… Disincarnò l’11 aprile del 1900. Occorsa la sua disincarnazione, una vera peregrinazione si diresse nella sua residenza al fine di offrirgli l’ultima visita. Il 17 aprile, promosso da Leopoldo Cirne, si riunirono alcuni amici di Bezerra, al fine di giungere ad un accordo sulla migliore maniera di sostenere la sua famiglia, essendo allora stata formata una commissione che funzionò sotto la presidenza di Quintino Bocaiúva, senatore della Repubblica, per promuovere spettacoli e concerti, a beneficio della famiglia di colui che meritò il nome di “Kardec Brasiliano”.

 

Degno di nota fu un caso successo al Dr. Bezerra de Menezes, quando era ancora studente di Medicina. Egli era in serie difficoltà economiche, e aveva necessità della somma di cinquantamila réis (antica moneta brasiliana), per il pagamento delle tasse della Facoltà e per altre spese indispensabili per la sua stanza, giacché il padrone di casa, senza alcun riguardo, minacciava di sfrattarlo. Disperato – una delle rare volte in cui Bezerra si disperò nella vita – e siccome non era incredulo, eresse gli occhi all’Alto e si appellò a Dio. Pochi giorni dopo gli batterono alla porta. Era un ragazzo simpatico e dagli atteggiamenti gentili che voleva trattare alcune lezioni di Matematica. Bezerra ricusò dapprincipio, allegando che quella era la materia che più detestava, tuttavia, il visitante insistette e infine, ricordandosi della sua situazione disperata, decise di accettare. Il ragazzo addusse come pretesto allora che avrebbe potuto dissipare la mensilità ricevuta dal padre, chiese il permesso per effettuare il pagamento di tutte le lezioni anticipatamente. Dopo qualche riluttanza, convinto, acconsentì. Il ragazzo gli consegnò allora l’ammontare di cinquantamila réis. Accordato il giorno e l’ora per l’inizio delle lezioni, il visitante si accommiatò, lasciando Bezerra molto felice, giacché riuscì così a pagare l’affitto e le tasse della Facoltà. Cercò dei libri nella biblioteca pubblica per prepararsi nella materia, ma il ragazzo non apparve mai più.

 

Nel 1894, davanti ai dissensi regnanti in seno allo Spiritismo brasiliano, alcuni confratelli, avendo di fronte il Dr. Bittencourt Sampaio, decisero di invitare Bezerra affinché assumesse la presidenza della Federação Espírita Brasileira. In vista della sua riluttanza nell’assumere quello spinoso incarico, si intavolò la seguente conversazione: – Volete che io torni alla Federação. Come voi sapete quella vecchia società è senza presidente e disorientata. Invece di lavori metodici sullo Spiritismo o sul Vangelo, vive per discutere tesi bizantine e per alimentare lo spirito di egemonia. – Il lavoratore della vigna, disse Bittencourt Sampaio, è sempre sostenuto. La Federação può essere errata nella sua propaganda dottrinaria, ma dispone dell’Assistência aos Necessitados (trad. Assistenza ai Necessitati), che basta solo di per sé per attrarre su di essa le simpatie dei servi del Signore. – D’accordo. Ma l’Assistência aos Necessitados sta adottando esclusivamente l’Omeopatia nel trattamento degli infermi, terapia che io adotto nel mio trattamento personale, in quello della mia famiglia e raccomando ai miei amici, senza essere, tuttavia, medico omeopata. Questo, inoltre, mi ha creato serie difficoltà, rendendomi un medico inutile e dislocato che non crede nella medicina ufficiale e consiglia quella degli Spiriti, non avendo così il diritto di esercitare la professione. – E perché non diventi un medico omeopata? Disse Bittencourt. – Non intendo un’acca di Omeopatia. Uso quella degli Spiriti e non quella dei medici. A questo punto, il medium Frederico Júnior, incorporando lo Spirito di S. Agostino, interruppe: – Tanto meglio. Ti aiuteremo con maggior facilità nel trattamento dei nostri fratelli. – Come, benevolo Spirito? Tu mi suggerisci di vivere di Spiritismo? – No, di certo! Vivrai della tua professione, dando al tuo cliente il frutto del tuo sapere umano, per questo studiando Omeopatia come ti consigliò il nostro compagno Bittencourt. Noi ti aiuteremo in un altro modo: Portandoti, quando ne avrai bisogno, nuovi studenti di Matematica.

Fonte: Sito Biografias Espíritas acceduto il 25/07/2008 www.espiritismogi.com.br/biografias/bezerra.html

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